Questo è di sostanziale importanza affinché possiamo
relazionarci con la vita e comprendere di volta in volta il messaggio, il
suggerimento, la direzione che ci mostra: il linguaggio col quale la vita
stessa comunica senza tregua attraverso forme, sagome, simboli, percezioni ed intuizioni.
Risulta ovvio che se voglio comprendere i suoi messaggi, è
necessario imparare questo codice che mai si stanca di comunicare, ma che
spesso può trovarmi sorda e ignorante. Facciamo fatica a comprenderlo perché
l’abbiamo sostituito completamente con quello razionale concettuale,
condizionante, giudicante.
E’ importante riappropriarcene perché ogni percezione ed
intuizione è un canale col quale scambiare informazioni. Di certo, è da tempo
che stai chiedendo alla vita delle risposte.
La vita risponde sempre, ma per saper leggere e comprendere,
sentire la sua voce, osservare le sue movenze, occorre silenziare la mente
‘logica’ e dare spazio al linguaggio analogico. Acuire l’osservazione con una
mente pacifica che abbandona il controllo.
E’ proprio attraverso l’osservazione che ho imparato ad
accorgermi dei messaggi e delle risposte, e quando mi pongo una domanda mi
metto in ascolto e lascio che la saggezza naturale, in me, abbia lo spazio
giusto per manifestarsi.
Pongo la domanda ed attendo la risposta che arriva puntuale, ed
ogni volta mette a tacere il controllo razionale della mia mente con una
semplicità disarmante.
Veniamo ora alla configurazione delle parole che vivono nella
nostra mente pensante che, a loro volta, creano la forma delle emozioni, partendo
dalla storia che ci raccontiamo in relazione alla nostra infanzia, al tempo
trascorso in gioventù sino ad arrivare a questo momento, spesso ripetendo
sempre la stessa storia.
Tuttavia, in noi vivono anche le storie delle donne che hanno
attraversato prima di noi questa esistenza: le nostre ave, in un tempo che
chiamiamo passato. Sono loro che hanno permesso il nostro essere qui. Di queste storie ne abbiamo fatto dei modelli, consapevolmente o
inconsapevolmente. Ognuno di noi ripete all’infinito la stessa lettura, la
stessa modalità vissuta in prima persona, ma anche tramandata.
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