martedì 30 maggio 2017

L'esperienza delle nostre "ave"


Questo è di sostanziale importanza affinché possiamo relazionarci con la vita e comprendere di volta in volta  il messaggio, il suggerimento, la direzione che ci mostra: il linguaggio col quale la vita stessa comunica senza tregua attraverso forme, sagome, simboli, percezioni ed intuizioni.

Risulta ovvio che se voglio comprendere i suoi messaggi, è necessario imparare questo codice che mai si stanca di comunicare, ma che spesso può trovarmi sorda e ignorante. Facciamo fatica a comprenderlo perché l’abbiamo sostituito completamente con quello razionale concettuale, condizionante, giudicante.
E’ importante riappropriarcene perché ogni percezione ed intuizione è un canale col quale scambiare informazioni. Di certo, è da tempo che stai chiedendo alla vita delle risposte.

La vita risponde sempre, ma per saper leggere e comprendere, sentire la sua voce, osservare le sue movenze, occorre silenziare la mente ‘logica’ e dare spazio al linguaggio analogico. Acuire l’osservazione con una mente pacifica che abbandona il controllo.
E’ proprio attraverso l’osservazione che ho imparato ad accorgermi dei messaggi e delle risposte, e quando mi pongo una domanda mi metto in ascolto e lascio che la saggezza naturale, in me, abbia lo spazio giusto per manifestarsi.
Pongo la domanda ed attendo la risposta che arriva puntuale, ed ogni volta mette a tacere il controllo razionale della mia mente con una semplicità disarmante.

Veniamo ora alla configurazione delle parole che vivono nella nostra mente pensante che, a loro volta, creano la forma delle emozioni, partendo dalla storia che ci raccontiamo in relazione alla nostra infanzia, al tempo trascorso in gioventù sino ad arrivare a questo momento, spesso ripetendo sempre la stessa storia.

Tuttavia, in noi vivono anche le storie delle donne che hanno attraversato prima di noi questa esistenza: le nostre ave, in un tempo che chiamiamo passato. Sono loro  che hanno permesso il nostro essere qui. Di queste storie ne abbiamo fatto dei modelli, consapevolmente o inconsapevolmente. Ognuno di noi ripete all’infinito la stessa lettura, la stessa modalità vissuta in prima persona, ma anche tramandata.


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