Vediamo ora come la medicina occidentale, dai suoi albori, pone
le stesse basi sino ad ora osservate.
Ippocrate nel testo ‘sui disturbi delle vergini’ spiega
la fisiologica tendenza delle donne all’instabilità ed alla loro tendenza ad
autodistruggersi, da cui originano patologie a diversi livelli. Quindi la
natura, nelle donne, si manifesta più debole a causa del ciclo mestruale.
La cura consigliata? Cercarsi un uomo ed accasarsi quanto prima.
In un sol colpo sono distribuiti sigilli che ancora perdurano nell’inconscio
della collettività femminile e maschile sulla funzione della famiglia, sul
ruolo della donna in essa, e la sua funzione riproduttiva come valore
intrinseco.
In questa direzione, possiamo continuare con la carrellata degli
autori e filosofi che si avvicinano al nostro tempo.
Iniziamo da Nietzsche che parte dal presupposto che ‘ogni
relazione che non eleva, abbassa’ , nel matrimonio gli uomini scendono
alquanto, mentre le donne, al contrario sono innalzate.
Continuando con Schopenhauer, che vede nella donna la
particolarità nella cura per l’infanzia (perché esse stesse sono puerili,
sciocche e miopi), occupano un posto intermedio tra il fanciullo e l’uomo.
Rousseau invece parla dei diversi gusti tra i sessi che
porterebbero uomini e donne a vivere separati. Lo stesso sostiene una società
che deve contemplare il disordine femminile, ma che può e deve essere
circoscritto in circoli dove le stesse si sentano libere di
spettegolare.
Questo modo di pensare non vi deve sembrare così cambiato ai
giorni nostri, ha solo un’altra maschera ed altri mezzi.
Il mio non è un pensiero femminista ma un pensiero ‘femmina’,
circolare e di unione tra natura e creature viventi. Chi come me ha a cuore le
sorti dell’umanità, avverte la necessità di far sentire la propria voce,
affinché le donne, per prime, si scrollino di dosso la paura di esprimere
liberamente il loro vero Essere.
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