mercoledì 7 giugno 2017

Il dolore come opportunità di liberazione


La rabbia può essere di due tipi: espressa o inespressa. Dipende dalla maschera che abbiamo scelto di portare. Sappiamo che le emozioni sono memorizzate e contenute nel nostro corpo. Essendo manifestazioni energetiche, hanno necessità di essere alimentate come qualunque fonte di energia.
Questo rifornimento energetico arriverà dai nostri pensieri, che siamo soliti creare nella parte alta del corpo, ossia nella testa.
In un mondo completamente adulterato in cui l’essere umano deve rispondere a canoni di perfetta alienazione e totalmente artificioso, l’individuo che si trascina su questo pianeta ha scordato la Sua sovranità. 
Ha dimenticato che nella dualità del sistema vivente tutto è espressione di Anima. L’Anima Mundi come principio vivente unificante non ammette divisioni.
Pertanto, laddove è attentamente osservata una qualunque manifestazione, che piaccia o meno, è opportuno non giudicare ma osservarne la funzione.

La paura del dolore e la negazione della sua funzione, priva l’individuo dell’opportunità di cambiamento che il mal-Essere porta con sé. In genere preferiamo imbavagliarlo, per zittire la vita che chiama. Lei, la vita, è diretta, pura e non ammette menzogne.
La sofferenza, invece, ci risveglia e ci richiama alla presenza, permette il risveglio e pretende ascolto. Tanto la sofferenza fisica quanto quella psichica è la chiamata all’insurrezione della guerriera.
Si presenta a noi la possibilità di attraversare un fiume chiamato convenienza: partire dalla sponda della dormiente per arrivare a quella della risvegliata.
Ogni volta che lo attraversi il sonno si fa sempre più leggero, e quando il sonno diventa più leggero t’immergerai con minor paura, e l’oltrepasserai con minor fatica ed in minor tempo.
Se, invece, la scelta sarà quella della fuggitiva, il torpore s’impossesserà del tuo Essere e perderai forza, potere, fierezza ed orgoglio, divenendo preda del dubbio e perdendo la fiducia nella vita; sperimenterai l’assenza d’Amore che chiamiamo più comunemente paura.

Demanderai la responsabilità del tuo ben-Essere ad altri, aumentando la sensazione d’impotenza e di mal-Essere. Perché dico che la sofferenza è sacra? Da dove arriva? Forse la sofferenza è creata da una nostra attitudine a ribellarci agli eventi che non rispondono a ciò che avevamo pensato e programmato?
E’ una nostra resistenza?
Soffermiamoci un attimo sull’ostinata abitudine che abbiamo appreso nel programmare i nostri giorni, sino ad arrivare al punto di pianificare la nostra vita.

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