Da bambina tutti i miei conoscenti facevano notare la
somiglianza particolare che mi univa a mia madre e mia nonna; per molti anni ho
pensato che questo legame fosse ben più profondo della condivisione di qualche
tratto fisico e caratteriale. Crescendo, durante gli studi universitari di
Embriologia e Genetica, ho appreso che gli ovociti si formano nella futura
bimba, mentre è ancora protetta nel ventre materno.
Ho capito che, seppure in forma incompleta, una parte di me già
viveva in mia madre prima ancora che lei nascesse e quindi io vivevo in mia
nonna. Quella piccola donna meravigliosa che ha contribuito a rendere la mia
infanzia e la mia giovinezza un contenitore infinito di calore e amore.
Soltanto di recente, durante una chiacchierata col dentista, ho
ricordato che una particolare conformazione dei miei denti incisivi, si
tramandava di madre in figlia, già a partire dalla mia bisnonna, nata in un
momento molto doloroso per la famiglia, poiché suo padre era morto in un
incidente prima ancora che lei nascesse.
Da allora, tutte le femmine di questa grande famiglia,
presentano questa particolarità ai denti. Liquidare la cosa come un semplice
tratto genetico che si tramanda, sarebbe alquanto riduttivo e non spiegherebbe
comunque come mai la cosa non abbia mai riguardato alcun maschio.
Quando Maria Gabriella mi ha parlato del suo progetto di
indagine e comprensione dei messaggi contenuti nella memoria cellulare che si
succede di madre in figlia, ho sentito che attraverso le righe scorrevoli di
questo libro, può iniziare un processo di pulizia, di comprensione e di
guarigione per ogni donna desiderosa di progredire nella conoscenza di se
stessa.
Dall’esperienza delle proprie antenate, seguendo la linea
femminile, è possibile accedere ad una sapienza antica, la propria origine,
attraverso cui dare una nuova lettura al vissuto attuale, quotidiano, spesso
doloroso.
È possibile la comprensione di blocchi emotivi, della tendenza
per molte di noi, al ripetere gli stessi errori senza comprendere
l’insegnamento racchiuso nell’esperienza stessa.
Vorrei tuttavia spingermi oltre ed azzardare che, per le donne
che cercano una comprensione profonda, diventa possibile il riconoscimento del
proprio antico e reale valore, si avvia il processo del perdono di se stesse,
del passato, di tutto ciò che non si può cambiare.
In floriterapia il concetto di perdono è strettamente legato a
quello dell’Amore Universale e non a caso l’Amore materno (che io definirei
femmineo) permea tutte le cellule, infonde calore e nutrimento.
Solo a questo punto diventa possibile la riconciliazione con
ogni parte di noi, l’accettazione del “Dono”, così come lo definisce Maria
Gabriella, contenuto nell’esperienza da madre a madre. Attraverso il Dono ogni
donna (ed ogni uomo) può a questo punto esprimere senza giudizio la propria
attitudine, il talento, può volare nelle esperienze della vita con leggerezza,
mostrando empatia nei confronti dell’intero Creato, con gioia e consapevolezza.
Il mio augurio a Maria Gabriella perché questo sia solo l’inizio di una
profonda esperienza di sostegno e conforto alle persone desiderose di guardare
all’essenza della vita, consapevoli del fatto che solo partendo dalla
profondità è possibile risalire fino alla vetta ed apprezzare davvero il magico
susseguirsi del tempo.
Alessia Podda Naturopata.
Direttrice della
Scuola di Naturopatia Il Fauno.
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